Sull'Ordine in Dicembre apparve la mia lettera in merito alla situazione del commercio a Como. L'ho riportata qua sotto. Il problema del mercato coperto e delle soluzioni che i commercianti che lì vi operano chiedono ai "dottori" è una spada di Damocle sulla città. Il mercato è una risorsa che deve restare in centro città e deve assolutamente essere favorita in quello che è la valorizzazione (e quindi creazione) di un marcio made in Como. Mercato di Como è un brand; in esso troviamo una serie di valori e di qualità che solo la distribuzione al dettaglio e la professionalità dei singoli negozianti è in grado di portare all'utente del mercato coperto. Il mercato soffre la concorrenza della grande distribuzione e l'intervento strutturale che può fare il pubblico è quello di favorire un rapporto diretto con la città, allargando la fascia distributiva con un servizio a domicilio. Un servizio che però riguardi tutti i negozi, che diventano fornitori del servizio stesso che porterà direttamente a casa degli utenti la qualità e la professionalità del nostro mercato di Como.
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Ecco la lettera apparsa sull'Ordine in dicembre
RispondiEliminaL’eredità degli Steward
Como, Dicembre 2009
Era l’autunno del 2009, un tempo in cui le guide turistiche di Como guadagnavano titoli di nobili e remote origini: le famose guide stuarde. Giovani avventurosi che si prodigavano come dei novelli Virgilio a guidar turisti in quella intricata giungla commerciale che era il centro della Como di inizio millennio.
Erano giorni b(r)u(n)i e tempestosi, giorni di nuove fortificazioni, giorni in cui anche il commercio cittadino aveva i suoi problemi. Ma c’era gente piena di idee. E che idee! Qualcuno capì chiaramente che il concetto di economia di rete era del tutto obsoleto. Perché mai creare relazioni collaborative tra i singoli negozi, magari dando uno stimolo ad antichi mestieri, quando si poteva avere lo Steward cittadino?
Perché mai pensare a incentivare i servizi commerciali e artigianali basati sulla conservazione e riparazione del prodotto, in un periodo di crisi, dove le vendite erano in calo, quando invece si poteva avere uno Steward!
Proprio per via della crisi gli acquirenti assunsero maggiore coscienza negli acquisti, preferendo un prodotto con un buon rapporto qualità prezzo da conservare più a lungo; era abbastanza evidente che la soluzione ai problemi legati al commercio non potesse essere che una guida stuarda.
Accadde anche che la turistica città lacustre avesse ospitato delle grandi mostre, con molti visitatori, che però non erano stati troppo spinti a vedere i musei locali, il perché non ci è stato tramandato, e forse non lo seppero nemmeno allora.
Ovviamente la politica del territorio era un concetto ormai astratto (e fumoso?), perché da sempre, le guide portano i turisti per negozi e non per musei. Lo sanno anche i bambini. Allora pochi a Como sapevano che Bilbao (da cui sembra fosse stata presa l’idea stuarda) prima di avere la sede del Guggenheim, non era un'importantissima attrazione turistica. E noi che possiamo dire?
Ancora oggi facciamo i complimenti a chi ebbe questa incredibile idea che cambiò per sempre la città di Como. Ancora oggi a distanza di venti anni ne vediamo i risultati.
Guido Rovi