sabato 10 aprile 2010
Muri impossibili
Ieri abbiamo visto la polemica che anche oggi è presente sul quotidiano la Provincia.
Il muro non è un simbolo del malgoverno cittadino. E' molto peggio.
E' stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e che ha svelato il gattopardismo comasco.
Nel senso che tutto cambia affinchè tutto resti uguale. Ticosa, ferma. Paratie, ferme. Passeggiata, ferma. Sembra che si muova sempre qualcosina è vero, ma tra i piccoli passi e sparate astronomiche di mezzo c'è sempre una voragine di lassismo.
Le domande che possiamo porci su questa questione sono due. Perchè nella maggioranza non si fanno avanti politici che siano in grado di metterci la faccia e dimostrare di voler cambiare questo andazzo davvero inutile per la città e dannoso per la loro prossima candidatura?
Stesso discorso vale per le opposizioni. Raccogliere il malcontento dei cittadini, specialmente di quelli che non sono parte del proprio elettorato è raccomandabile.
Ma non farlo in modo stanco e qualunquista con slogan e rime da seconda elementare.
La situazione comasca è ferma in un'immobilità imbarazzante.
Sorgono muri dove non dovrebbero e edifici promessi come quelli nell'area della ex ticosa sono sogni mistici ormai. Tutto questo modo di fare spinge l'elettore a starsene a casa, a non votare e non delegare maggioranza o opposizione. La cosa vale per entrambi gli schieramenti.
Quando saranno in pochi ormai a votare e un solo voto sarà importante per decidere le sorti della città forse avremo qualche speranza . Non so se ci vorrà molto o tanto tempo. Chi può dirlo?
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